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MARCA - L'ex Godin: "Ho smesso di giocare e ora mi godo la mia famiglia. Orgoglioso di ciò che ho realizzato con la Nazionale"

di Laura Pace

L'ex Cagliari Diego Godin, leggenda del calcio uruguaiano, si è ritirato lo scorso 30 luglio. Oggi ricorda alcuni momenti della sua carriera al sito spagnolo Marca con una lunga intervista: "Ho appena smesso di giocare e mi piace davvero stare con la famiglia, mi godo quello che non potevo godermi quando giocavo. Mia figlia di tre mesi, viaggiare...".

LA NAZIONALE: "Sono molto orgoglioso di ciò che ho realizzato con la Nazionale. Sono arrivato da bambino e ho imparato da grandi maestri come Lugano o Forlán, dentro e fuori dal campo. La Celeste è sempre stata la mia vitamina. Il giorno in cui ho smesso di averla, ho capito che non volevo più continuare a giocare".

EUROPA: "Un passo importante, venivo dal Sudamerica e sono arrivato in un grande club come il Villarreal. Ciò mi ha aperto le porte affinché una grande squadra come l’Atlético si accorgesse di me. Un bellissimo club, sono contento di aver fatto parte della sua grande storia e che la gente mi ricordi con tanto affetto. Sono stati nove anni splendidi: tanti titoli, tante partite, tanti momenti belli e altri non così belli, ma che mi hanno fatto crescere. La cosa principale era che la gente si sentisse identificata con noi, con i giocatori, con il club, con il Cholo. E senza dubbio quel gol contro il Barça ha coronato un anno spettacolare che ci ha regalato il titolo contro il miglior Barcellona della storia, con Messi, e contro uno dei migliori Real Madrid della storia, con Cristiano. Un gol molto importante per me e per la società".

FINALI PERSE. "A Lisbona ci eravamo così vicini... Quell'anno fu impressionante: La Liga era stata conquistata una settimana prima e dopo la finale c'erano sentimenti contrastanti di tristezza, dolore, tanto vuoto, ma anche la consapevolezza di aver dato tutto. Insomma non ci siamo rimproverati nulla, ci siamo letteralmente svuotati in quella stagione e abbiamo vinto il campionato, anche se è vero che perdere una finale di Champions fa male. Fa male in quel modo, ma se mi guardo indietro lo faccio con tranquillità. E poi ci siamo rialzati, abbiamo vinto ancora..

Milano ci ha lasciato ancora più vuoti e tristi. Perché era la seconda finale, eravamo tutti convinti, sentivamo che era nostra. Poi sono arrivate le parole di Cholo, quei dubbi che si sono generati. È stato un momento difficile, duro, ma il gruppo era forte, amavamo il club e quel gruppo di persone. Riuscimmo a risollevare la situazione e a risollevare il Cholo".


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