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Festa: "Miracolo Ranieri? Non è la prima volta. A Cagliari è stato più volte incredibile"

di Vittorio Arba
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Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, l'ex rossoblù Gianluca Festa ha parlato di Claudio Ranieri, suo allenatore al Cagliari. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net:

Festa, lei conosce bene Ranieri per aver iniziato con lui quella che è stata una grande carriera da allenatore. Ricordiamo gli anni della grande scalata del Cagliari dalla C alla A: già allora si capiva di che pasta fosse fatto Ranieri?

"Sicuramente per me ha rappresentato qualcosa di molto importante, perché ho avuto la fortuna di vincere il campionato di B e poi arrivare in Serie A proprio con Ranieri. Tre anni fantastici, in cui la squadra è cresciuta insieme all'allenatore. Ranieri veniva dal Campania Puteolana, quindi anche lui era un giovane tecnico che doveva mettersi in mostra in una realtà importante come Cagliari, una squadra di Serie C che si stava ricostruendo. Lui è stato bravissimo a far crescere i giovani: in quella squadra tanti giocatori sono venuti fuori, come Cappioli, che poi andò anche alla Roma, e tanti altri. Per noi è stato un maestro. Io, sinceramente, come allenatore mi ispiro un po' a lui, soprattutto nella gestione del gruppo. La sua grande differenza rispetto ad altri allenatori è la capacità di leggere le menti e i cuori dei giocatori".

La parte tecnica e lo schema sono fondamentali, ma conta anche l’aspetto psicologico: la capacità di tirare fuori il meglio da un giocatore e di capire le varie dinamiche. Questa è una delle grandi doti di Claudio Ranieri, non solo come mister, ma anche come uomo.

"Assolutamente. Questa è la differenza, perché bene o male tutti gli allenatori sono preparati e hanno uno staff di sei, sette, otto persone, tutte molto competenti. Le partite vengono analizzate nei minimi dettagli, e l’allenatore si confronta con i suoi collaboratori, quindi la partita viene letta da tutti. Ma ciò che fa la differenza è la capacità di tirare fuori il meglio da ogni giocatore".

Ogni calciatore ha le sue sensibilità, le sue debolezze, le sue forze. Un bravo allenatore deve saperle gestire, ed è credibile perché ha un background molto importante. Ricordiamo la Roma a metà novembre, dopo un esonero quasi shock di De Rossi e la parentesi non memorabile di Juric. In tanti pensavano che la squadra dovesse lottare per la salvezza. Ora, invece, ha ambizioni legittime di poter aspirare a un posto europeo. Un percorso compiuto in pochi mesi, difficile da trovare altrove.

"Sì, ma nella carriera di Ranieri queste situazioni si sono verificate più volte".

Non è la prima volta?

"No, se guardiamo quello che ha fatto a Cagliari: solo lui avrebbe potuto portare la squadra in A in quella situazione, vincendo gli spareggi. È stato incredibile. Poi la salvezza del Cagliari è stata altrettanto incredibile: è arrivato e ha salvato una squadra che sembrava destinata a retrocedere. Ma oltre a costruire un gruppo in campo, Ranieri fa gruppo con i tifosi, è molto bravo in questo".

Ha la capacità di compattare sempre un ambiente.

"Assolutamente. Per lui il gruppo non è solo la squadra, ma anche i tifosi, la società. Riesce a coinvolgere tutti. E queste sono componenti importanti, che bisogna saper gestire e capire".


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