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ESCLUSIVA TC - ROBERTO CORTI: "Il Cagliari è attrezzato per disputare un buon campionato. A volte il centrocampo fatica a innescare l'attacco: una soluzione è quella di sfruttare il campo in ampiezza. Contro il Napoli test durissimo"

di Matteo Bordiga

Roberto Corti, portiere del Cagliari tra la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, dispensa pillole di contagioso ottimismo a proposito della squadra attualmente allenata da Davide Nicola, che secondo lui “ha tutte le carte in regola per essere protagonista di un buon campionato”.

Riguardo la gara in programma domenica contro il Napoli, Corti auspica un atteggiamento prudente da parte dei rossoblù, che però “con la palla tra i piedi dovranno essere sempre pronti a colpire i partenopei”.

Roberto, che idea si è fatto sul nuovo Cagliari dopo le prime tre giornate di campionato?

“Era partito benino con due pareggi casalinghi, contro Roma e Como, anche un po’ sfortunati se vogliamo. In generale mi sembra una squadra abbastanza quadrata in tutti i reparti, allestita per fare un buon campionato anche oltre la salvezza. A Lecce non avrebbe certamente meritato di perdere: il pareggio, in quella partita, sarebbe stato sacrosanto. Insomma, per me il Cagliari ha tutti i mezzi per regalare qualche soddisfazione ai propri tifosi. Certo, domenica sarà una sfida molto dura contro il Napoli, ma confido nella squadra e nel mister, che sa trasferire ai giocatori la sua grinta e la sua voglia di vincere.”

Esaminando la rosa rossoblù, a suo parere quali sono i punti di forza e di debolezza?

“In difesa li vedo ben sistemati. Yerry Mina, alto è imponente, è un vero leader e dominatore della retroguardia. A volte, invece, il centrocampo non riesce a mettere l’attacco nelle condizioni di far male agli avversari. Del resto oggigiorno non è neanche facile, perché le squadre quando non hanno il possesso della palla si rintanano con tutti gli effettivi a ridosso della propria area di rigore, configurando un modulo simile a un 5-5-0. In questa situazione risulta complicato sfondare centralmente, a allora una soluzione può essere quella di sfruttare il campo in ampiezza e puntare sui traversoni dalle fasce per Pavoletti o per lo stesso Mina, che a volte si sgancia in avanti a cercare fortuna. Nel reparto nevralgico il più in palla mi sembra comunque Marin: un buon centrocampista tornato – a mio avviso – migliorato dall’esperienza vissuta a Empoli.”

Lei come affronterebbe domenica il Napoli di Antonio Conte? Proverebbe ad aggredire alti i partenopei o gli lascerebbe il pallino della manovra per poi provare a sorprenderli di rimessa?

“Intanto diciamo che il Napoli è un avversario temibile, forte anche della presenza di Lukaku: proprio il tipo di centravanti che gli mancava. Io preferirei aspettare gli azzurri e poi pungerli in contropiede. Ma non dovremo avere alcun timore, sospinti dal nostro pubblico e avvantaggiati dal fatto di giocare sul campo di casa, che conosciamo a menadito, quando avremo la palla tra i piedi. In quei momenti dovremo essere bravi a colpire il Napoli. Anche perché Di Lorenzo e compagni fin qui hanno palesato qualche titubanza nella fase difensiva.

Insomma, inizialmente studierei la situazione e lascerei l’iniziativa a loro, ma sempre pronto a rubare palla e a ripartire con tanti uomini per andare a far gol.”


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