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ESCLUSIVA TC - RICCIOTTI GREATTI: "Ci siamo salvati con merito. Per l'anno prossimo che dire? Non abbiamo una squadra in grado di lottare per traguardi ambiziosi. Io, come ogni tifoso, vorrei un Cagliari più competitivo. Nicola scelta azzeccata"

di Matteo Bordiga

È stato al contempo il direttore d’orchestra, il metronomo e il genio della lampada del Cagliari scudettato. Il Gigante che, più di ogni altro, illuminava la manovra con le sue geometrie e con i suoi suggerimenti per le punte: i due Dioscuri, Riva e Gori, che finalizzavano a meraviglia il suo lavoro.

Ricciotti Greatti, 84 primavere compiute, dopo i nove anni vissuti coi quattro mori sul petto da giocatore ha scelto Cagliari e la Sardegna come sua casa, oasi di pace e “buen retiro” spirituale. Segue sempre con passione le alterne fortune dei rossoblù di oggi, e auspica – anche per la gioia della piazza e dei tifosi – una squadra un po’ più competitiva e ambiziosa rispetto a quella che, attualmente, è costretta a strappare la permanenza in serie A con le unghie e con i denti.

Ricciotti, il campionato è finito da un mese. A mente fredda che bilancio è possibile tracciare della stagione del Cagliari, conclusasi con una salvezza soffertissima e costruita, principalmente, nel girone di ritorno?

“Premetto che io amo il Cagliari, quindi lo amerò sempre… anche se qualche volta con la mia squadra del cuore siamo andati, per così dire, in conflitto. Ma è sempre stato un conflitto positivo, costruttivo. Quest’anno direi che ci siamo salvati abbastanza bene. Per il resto, che posso dire? Il Cagliari non ha molte alternative. Non abbiamo la squadra per lottare per traguardi più ambiziosi e per esprimerci costantemente su buoni livelli. Certo, riusciamo a mantenere la categoria perché, sotto quell’aspetto, siamo piuttosto agguerriti. Per inciso: Ranieri, quest’anno, ci ha salvati lui…”

Il Cagliari ha centrato il suo obiettivo di inizio stagione, ma non sempre ha convinto sul piano del gioco. Anzi…

“È esattamente quello che sto dicendo. Non so quali siano le prospettive per il prossimo campionato: la mia speranza è che si stiano creando i presupposti per una stagione dignitosa. Nessuno pretende un Cagliari formato Champions League o Europa League, ma quantomeno una squadra capace di disputare un torneo tranquillo e, magari, di togliersi anche qualche soddisfazione. Questo è il grande - e legittimo - desiderio della piazza.”

Lei conosce il nuovo allenatore “in pectore”, Davide Nicola?

“So che è un tipo tosto, e questa è una cosa importante. Credo che possa essere l’uomo giusto: insomma, una scelta azzeccata.”


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