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ESCLUSIVA TC - RICCARDO TREVISANI: "Il Cagliari rende al top quando è con le spalle al muro; quando le cose vanno bene si siede. A fine stagione bisognerà fare delle profonde riflessioni. Quello sardo non è il quartultimo organico della serie A"

di Matteo Bordiga

I tifosi italiani ben conoscono le sue telecronache puntigliose e, ogni tanto, non prive di guizzi di arguta e sana ironia. Riccardo Trevisani, volto noto di Mediaset, esamina la stagione del Cagliari di Claudio Ranieri e, proprio come tanti supporter rossoblù, fatica a comprendere le ragioni del brusco calo di rendimento della formazione sarda nelle ultime tre partite, dopo un aprile vissuto a tutta birra.

Riccardo, dov’è finito il Cagliari ammirato contro Atalanta, Inter e Juventus? La sensazione, soprattutto contro Genoa e Milan, è stata quella di veder scendere in campo proprio un’altra squadra: scarica, molle e con scarsissimo mordente.

“In effetti non mi spiego questa improvvisa inversione di tendenza. Nel corso dell’anno avevo visto spesso una squadra in difficoltà, rialzata dai miracoli pavolettiani e ranieriani che tutti ben conosciamo… Ma non aveva mai trovato la continuità. Poi ha sfoderato quelle tre prestazioni maiuscole contro le big ad aprile, e tutti abbiamo pensato che avrebbe suggellato – nelle gare successive – un percorso virtuoso destinato a un lieto fine. Invece il Cagliari è ricascato nelle vecchie cattive abitudini: non so se per rilassamento o per appagamento, ma la squadra si è seduta. È come se avesse sempre bisogno di uno scossone per tirare fuori il meglio delle proprie potenzialità. Come se dovesse avvertire il pericolo imminente per giocare veramente come sa. Poi, non appena le cose vanno bene, si adagia sugli allori.

Ora non so come finirà questa stagione, ma al termine del campionato sarà necessario fare delle riflessioni serie e approfondite in vista dell’anno prossimo su tutta la struttura e l’organizzazione generale della squadra.”

Come diceva lei, i rossoblù sembrano esaltarsi solo quando si ritrovano con l’acqua alla gola. Può dipendere da una “tara” caratteriale, magari legata a un certo tipo di mentalità inveterata?

“Certamente manca un po’ di personalità. Anche se è vero che la capacità di tirare fuori buone prestazioni nei momenti più difficili è indice di carattere e di spirito battagliero. Però poi ci vuole la continuità, e il Cagliari non è mai riuscito a trovarla nell’arco di tutto il campionato per ragioni che, francamente, mi sfuggono. Proprio non riesco a trovare una spiegazione esaustiva e convincente.”

Proiettiamoci alla gara di domattina contro il Sassuolo al Mapei Stadium. Che tipo di partita ci aspetta, anche dal punto di vista tattico? Quale sarà l’approccio dei neroverdi e dei rossoblù?

“Vedo un Sassuolo all’assalto e un Cagliari che penserà innanzitutto a difendersi. Agli emiliani, del resto, il pareggio non servirebbe a nulla. Aspettare e ripartire potrebbe essere la condizione ideale per gli uomini di Ranieri, anche se Nandez e compagni hanno già dimostrato in passato – in situazioni come questa – di avere la tendenza ad allentare un po’ la tensione. Ad ogni modo, credo che l’esperienza dell’allenatore romano possa rappresentare la garanzia migliore per i tifosi del Cagliari.”

Riccardo, la probabile salvezza del Cagliari viene dipinta dai media come l’ennesimo miracolo di Ranieri: un’impresa portentosa, dopo la promozione ottenuta l’anno scorso all’ultimo respiro contro il Bari. Secondo lei si tratta di vero miracolo o, tutto sommato, per quelle che sono le qualità tecniche della rosa isolana sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più di un campionato condotto sempre in sofferenza e con le spalle al muro?

“Non credo che si tratti di un vero e proprio miracolo: a mio avviso il Cagliari non è la quartultima squadra della serie A a livello di organico. Tuttavia, era difficile chiedere a Ranieri di fare tanti punti in più rispetto a quelli che ha fatto. Diciamo che se oggi i sardi occupassero la posizione di classifica del Lecce, e avessero dunque quattro punti in più, il loro campionato rispecchierebbe la loro reale dimensione.”

Dunque il rendimento è stato leggermente inferiore alle aspettative. I tifosi sardi si augurano che l’anno prossimo venga allestita una compagine in grado di tribolare di meno e di regalare qualche gratificazione in più.

“Però è anche vero che tante altre squadre storiche sono finite in un circolo vizioso dal quale faticano a uscire. Penso alla Sampdoria, al Brescia. Allo stesso Bari, che undici mesi fa proprio col Cagliari si giocava la serie A e quest’anno, se non vincerà a Terni, sprofonderà addirittura in serie C. Ragion per cui il Cagliari che più o meno è sempre in serie A, pur con dei limiti, non lo si può nemmeno contestare più di tanto.”


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