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ESCLUSIVA TC - PIERLUIGI CERA: "Cesare Poli era la quintessenza della professionalità e dell'affidabilità. Anche se non giocava da settimane, quando entrava in campo era sempre pronto. Aveva un fiato e una corsa incredibili"

di Matteo Bordiga

Il grande capitano del Cagliari scudettato, Pierluigi Cera, ricorda con affetto e con un pizzico di malinconia Cesare “Cece” Poli, venuto a mancare nella giornata di ieri. Jolly del centrocampo capace di giocare anche in vari ruoli della difesa, Poli fu un elemento strategicamente importante nello scacchiere di Scopigno, che fece ricorso a lui sfruttandolo soprattutto come interditore e come “rubapalloni”.

Pierluigi, un suo ricordo calcistico e umano di Cesare Poli, un altro dei Giganti dello scudetto che hanno scritto la storia del Cagliari.

“Cesare lo trovavi sempre pronto, anche se erano settimane e settimane che non giocava. Un giocatore utilissimo e molto professionale, sul quale il mister sapeva sempre di poter contare. Purtroppo l’età avanza per tutti… e tutti dobbiamo farcene una ragione.”

Che persona era Cesare Poli?

“Una persona squisita, con la quale non avresti mai potuto litigare o avere delle frizioni. Era benvoluto da tutti nel nostro gruppo. E poi, come dicevo, era una risorsa preziosa dal punto di vista tattico, perché Scopigno lo gettava spesso nella mischia quando c’era da rintuzzare gli attacchi avversari. Quel ruolo era cucito su misura per lui, ce l’aveva nel sangue. Anche perché era dotato di una corsa e di una resistenza straordinarie.”

Peraltro prima di diventare calciatore aveva ottenuto risultati importanti nell’atletica leggera. Per costituzione e struttura fisica era molto portato, in generale, per lo sport.

“Confermo. Aveva un fiato inesauribile, e questa era una qualità che in campo sfruttava sempre al massimo. Ovunque lo schierasse il mister, Cece faceva sempre bene. Era la quintessenza della professionalità e dell’affidabilità.”


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