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ESCLUSIVA TC - NANDO ORSI: "Il Cagliari non solo fatica a segnare, ma dà sempre la sensazione di poter subire gol anche nei momenti in cui esprime il suo miglior calcio. I sardi devono iniziare a giocare di spada, oltre che di fioretto..."

di Matteo Bordiga

Nando Orsi, ex portiere e attualmente apprezzato opinionista sportivo e commentatore tecnico su Sky Sport, prova a inquadrare il difficile momento (che per la verità dura da un po’ di tempo…) attraversato dal Cagliari, reduce da quattro sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia.

Nando, il dicembre del Cagliari è stato fin qui disastroso: zero punti in tre gare di serie A ed eliminazione dalla Coppa Italia. Cosa sta succedendo alla formazione rossoblù, che fino a un mese fa sembrava godere di ottima salute?

“Adesso la classifica del Cagliari piange. Del resto quest’anno in serie A la lotta per la salvezza è molto equilibrata: non ci sono squadre che mollano e, quando perdi qualche partita di seguito, ti trovi inevitabilmente risucchiato nei bassifondi.

L’undici di Nicola deve urgentemente invertire la rotta: costruisce anche delle azioni valide e delle limpide palle gol, come abbiamo visto contro l’Atalanta e contro il Venezia, ma poi non le concretizza quasi mai. E difensivamente è sempre piuttosto vulnerabile, il che lo espone a sconfitte anche pesanti in scontri diretti come quello del Penzo. L’impressione è che la squadra isolana possa subire gol in ogni momento, anche nei frangenti in cui esprime il suo miglior calcio. Vengono commessi errori a livello individuale e di reparto. Andando avanti di questo passo sarà dura salvarsi, anche perché le partite a disposizione per recuperare punti saranno sempre di meno. Sabato i rossoblù sono attesi dallo scontro con l’Inter, che non sembrerebbe essere esattamente l’occasione giusta per rilanciarsi… Però Luperto e compagni dovranno ugualmente provare in ogni modo a strappare un risultato positivo.”

Il Cagliari ha un problema enorme da risolvere: la sterilità offensiva. Spesso fa girare bene la palla ma poi, al momento di capitalizzare la mole di gioco creata, non riesce ad arrivare al tiro in porta. Non sarebbe il caso, secondo lei, di affiancare fin dal primo minuto a Piccoli una seconda punta che possa supportarlo e metterlo nelle condizioni di battere a rete?

“Là davanti Piccoli fa un lavoro più di manovra che di finalizzazione. Anche perché gioca spesso spalle alla porta. Tra l’altro il Cagliari è, assieme alla Lazio, la squadra di serie A che crossa più di tutte. Ma poi, di fatto, in area di rigore c’è sempre poca gente pronta a raccogliere i traversoni. Sia i centrocampisti che gli attaccanti isolani nel loro curriculum non hanno certo un gran numero di gol segnati nella massima categoria. Piccoli da solo non può fare molto di più di quello che sta facendo: dietro di lui ci sono solo trequartisti e mezze punte. A meno che Nicola non schieri Lapadula, il quale tuttavia quest’anno non mi sembra in forma smagliante. In sintesi: se prendi gol facilmente e fatichi maledettamente a segnare diventa durissima. È la dura legge del calcio: se non segni perdi.”

Tornando alla gara con l’Inter, il Cagliari non avrà certamente niente da perdere. Dunque tanto vale affrontare i nerazzurri con coraggio e non con eccessiva timidezza. O no?

“Affrontarli con coraggio va bene, ma poi bisogna vedere con che tipo di coraggio. Se l’idea è quella di approcciare la sfida come ha fatto la Lazio all’Olimpico, allora forse conviene essere un po’ meno coraggiosi… Serviranno sia coraggio che, per contro, la giusta dose di ‘paura’. Il Cagliari col Milan pareva spacciato, e invece ha pareggiato con merito. Col Napoli, nonostante abbia preso quattro gol, ha offerto un’ottima prestazione costruendo almeno cinque-sei palle gol limpidissime. L’Inter è tra le corazzate d’Europa, ma ora per i rossoblù è giunto il momento di cominciare a raccattare punti giocando non tanto o non solo di fioretto, ma anche di spada.”


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