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ESCLUSIVA TC - LUIGI DE CANIO: "Il campionato, in zona salvezza, ha espresso i verdetti più giusti. Cagliari più abituato del Sassuolo a lottare per restare in A. Nicola lavorerà affinché la scorsa stagione sia da monito per tutto l'ambiente"

di Matteo Bordiga

Ha girato l’Italia da Nord a Sud, proponendo sempre un calcio piacevole, organizzato ed equilibrato.

Luigi De Canio, detto “Gigi”, non allena da cinque anni, ma osserva sempre con grande attenzione le vicende e gli sviluppi del calcio nazionale e internazionale.

Gigi, che idea si è fatto sulla convulsa e appassionante lotta per evitare la retrocessione che ha animato la parte finale dell’ultimo campionato di serie A?

“Penso che alla fine il campo abbia emesso il suo verdetto nel modo più giusto. Di sicuro era difficile immaginare che il Sassuolo sarebbe stato coinvolto nella bagarre salvezza, ma alla lunga la formazione neroverde ha palesato delle difficoltà che le sono costate il ritorno tra i cadetti. A differenza degli emiliani, una squadra come il Cagliari era ben abituata a combattere per la sopravvivenza e consapevole del fatto che avrebbe dovuto sgomitare fino all’ultima giornata per centrare l’obiettivo.

In definitiva, direi che il responso del campo rispecchia fedelmente ciò che il campionato ha offerto e prodotto.”

Il Cagliari di Ranieri ha svoltato quando il mister romano ha “licenziato” una squadra più propositiva e disposta anche a rischiare qualcosa, schierando quasi sempre un trequartista dietro alle due punte. Significa che, anche in zona salvezza, il tentativo di veicolare un calcio offensivo e intraprendente alla lunga paga?

“Diciamo che noi tutti, dall’esterno, abbiamo giocoforza una visione troppo ristretta per poter propugnare un concetto in maniera così precisa e assoluta. Non sappiamo infatti se questo è stato un lavoro coltivato e realizzato nel tempo. E se Ranieri abbia effettuato questo cambiamento di rotta solo nell’esatto momento in cui ha ritenuto che la squadra fosse pronta a sostenerlo.

In generale, direi che l’allenatore conosce il suo parco giocatori in ogni più piccolo dettaglio e sfaccettatura. A maggior ragione un tecnico dell’esperienza di Claudio Ranieri. E io guardo al risultato finale, che dice che il Cagliari si è salvato brillantemente e meritatamente. Quindi onore al Cagliari, senza dogmi o assolutismi.”

Ora sta per aprirsi, in riva al Poetto, l’era-Davide Nicola. Secondo lei che apporto potrà dare un tecnico come lui, spesso bollato dai media come salvatore della patria – rigorosamente da subentrante – delle squadre in lotta per non retrocedere?

“Quelli sono i soliti luoghi comuni e le solite etichette che vengono appioppate da chi scrive sui giornali. Partiamo dal presupposto che i fatti hanno dimostrato che Nicola è un allenatore bravo e preparato. Così come, del resto, chiunque alleni in serie A. Credo che a Cagliari valuterà attentamente il materiale a sua disposizione e prenderà le decisioni più opportune affinché la scorsa stagione funga da monito per tutto l’ambiente. L’obiettivo sarà senz’altro quello di ottenere una salvezza meno travagliata e più tranquilla.”

Gigi, secondo lei dove e come va migliorato il Cagliari, sotto il profilo tecnico, per raggiungere proprio questo traguardo?

“Queste sono valutazioni che lascio fare a voi e a chi si diletta al riguardo. Ho fatto l’allenatore per tantissimi anni, e sono sempre stato dell’opinione che nessuno meglio di chi lavora all’interno della società e gestisce la squadra possa dare indicazioni e suggerimenti in tal senso. Certo, potrei rispondere che sarebbe auspicabile aggiungere un po’ di qualità in tutti i reparti: considerazione ovvia, banale e potenzialmente valida per qualsiasi compagine. Io banale non voglio esserlo, quindi non mi sento di dare giudizi di questo tipo. Spero naturalmente per i cagliaritani, e per tutti i sardi e amanti del Cagliari, che la prossima stagione dei rossoblù possa regalare delle soddisfazioni.”


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