ESCLUSIVA TC - FRANCESCO VELLUZZI (LA GAZZETTA DELLO SPORT): "Vi spiego come si è mossa la società in queste settimane nella ricerca del nuovo tecnico. Ora il prediletto è Nicola, un mister pragmatico. Ma occhio a Vivarini, un esteta del gioco"
Francesco Velluzzi, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ricostruisce con dovizia di particolari le ultime, convulse settimane in cui il Cagliari ha insistentemente cercato, attingendo a una ridda di nomi “papabili”, il successore di Claudio Ranieri sulla panchina rossoblù.
Francesco, i tifosi sono confusi e il Cagliari è ancora senza mister per il prossimo campionato. Qual è realmente la situazione attuale?
“La società all’inizio aveva pensato che Baroni fosse la soluzione ideale. Ma il tecnico fiorentino è stato bravo ad aspettare che arrivasse la proposta giusta per fare un significativo salto di qualità, dopo le ottime stagioni condotte sulle panchine di Lecce e Verona. A 60 anni, anche giustamente, ha scelto di accettare l’offerta di Lotito, che gli consentirà finalmente di lottare per obiettivi più prestigiosi rispetto a una semplice salvezza da centrare in serie A.
Così, accantonato il sogno-Baroni l’idea è stata quella di puntare su un profilo in grado di garantire una certa continuità, anche a livello empatico e caratteriale, col predecessore Claudio Ranieri: un buon educatore, un tecnico dai modi pacati che sapesse farsi voler bene dai giocatori e dall’ambiente. Per cui Gotti poteva apparire come un’interessante alternativa, ma il tecnico di Adria – è notizia freschissima di stamattina – ha appena rinnovato col Lecce. Un’altra pista poteva portare ad Andreazzoli, un allenatore che, per molti versi, richiama da vicino la figura di Ranieri, in particolare nel rapporto coi giocatori. Poi è spuntata l’ipotesi-Paulo Sousa: un nome sul quale, tuttavia, non c’era unanimità di vedute all’interno della dirigenza rossoblù. Forse il presidente Giulini non era completamente convinto dell’opportunità di ingaggiare il coach portoghese.
Il nome successivo è stato quello di Francesco Calzona – già a Cagliari, qualche anno fa, come vice di Di Francesco – reduce dall’esperienza al timone del Napoli. In questo caso è probabilmente subentrato un gioco di agenti e procuratori che hanno spinto e sostenuto il profilo di Calzona. In parallelo ha preso corpo l’idea di Davide Nicola, il quale però – per quello che sappiamo adesso – dovrebbe restare a Empoli. Il Cagliari sta provando con forza a convincerlo ad accettare la panchina rossoblù; non dimentichiamoci che Nicola, restando in Toscana, dovrebbe far fronte alla perdita di Cancellieri, di Cambiaghi, di Zurkowski, di Bastoni e pure di Caprile, portiere che ha molto mercato. Lo stesso Luperto, a quasi 28 anni e dopo una stagione monstre, probabilmente sbarcherà in qualche squadra più ambiziosa di quella empolese.”
In sostanza in questo momento, dopo un’infinità di giri di giostra, non c’è dunque un vero favorito per la successione di mister Ranieri…
“Di fatto è così. Tra oggi e domani verrà effettuato un sondaggio anche con Vivarini, che a Catanzaro ha fatto benissimo offrendo, tra l’altro, un calcio decisamente frizzante e spettacolare. Però la società calabrese, pur non precludendo a Vivarini il sogno di allenare in serie A, non vorrebbe lasciarlo andare via senza ottenere nulla in cambio. Stesso discorso fatto, del resto, dal Venezia per Vanoli.”
In quanto al profilo tecnico-tattico del futuro allenatore del Cagliari, quali sono le preferenze della società? Si punta ad arrivare a un mister “giochista”, capace di far girare bene la squadra e di proporre un calcio piacevole e armonioso, o l’identikit ideale è quello di un tecnico pragmatico e senza fronzoli, sulla falsariga di Claudio Ranieri?
“Credo ci sia ancora un po’ di confusione su questo aspetto. Un giorno spunta il nome di Andreazzoli, che è un esteta del gioco, e il giorno dopo il favorito diventa Nicola, che invece propugna un calcio concreto e votato al risultato. Vivarini, a sua volta, è un amante del bel gioco… Insomma, è difficile intuire cosa ci sia nella testa dei dirigenti rossoblù e quale sia il prototipo di tecnico prediletto. Quel che è probabile, invece, è che la società non fosse poi così preparata a far fronte all’addio di Ranieri, e che di conseguenza non fosse stato approntato per tempo un piano B.”