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ESCLUSIVA TC - FABIANO SANTACROCE: "Il Cagliari ha meritato il punto contro il Napoli. L'atteggiamento propositivo e il pressing alto sono le chiavi per arrivare alla salvezza. A Empoli i sardi dovranno ripetere la prestazione offerta coi campani"

di Matteo Bordiga

Era un difensore eclettico, capace di ricoprire più ruoli. Molto forte di testa e in marcatura, era inoltre dotato di un ottimo senso della posizione.

Nato in Brasile ma naturalizzato italiano, Fabiano Santacroce nel suo peregrinare da calciatore in giro per l’Italia ha vestito - per tre stagioni e mezzo - anche la maglia del Napoli: in azzurro vanta, contando tutte le competizioni, 62 presenze. Anche lui promuove il Cagliari di Claudio Ranieri dopo la positiva - e volitiva - prestazione sfoderata proprio contro i campani domenica scorsa, ed evidenzia come i rossoblù abbiano sempre bisogno di scendere in campo con piglio combattivo e con un atteggiamento propositivo per centrare la sospirata salvezza.

Fabiano, a suo avviso il Cagliari ha meritato il pareggio ottenuto alla Unipol Domus contro il Napoli o i partenopei avrebbero potuto e dovuto chiudere prima la partita, con le clamorose occasioni maturate nel finale?

“Il Cagliari si è guadagnato il punto, soprattutto perché è rimasto in partita nonostante lo svantaggio e non ha mai mollato fino all’ultimo secondo del recupero. Il Napoli ha avuto diverse occasioni per raddoppiare, ma non è riuscito a chiudere i conti. Peccato mortale, perché sappiamo tutti che il Cagliari è una squadra viva e coriacea.”

I sardi hanno sorpreso gli azzurri nel primo tempo, approcciando la gara con un atteggiamento aggressivo e con una determinazione che non sempre avevano messo in campo nelle precedenti uscite. Il pressing alto ha consentito agli uomini di Ranieri di recuperare spesso la palla nella metà campo avversaria e di costruire occasioni da rete. È questa la strada giusta - all’insegna del coraggio e della voglia di attaccare - per arrivare alla salvezza?

“Credo di sì, anche perché il Cagliari è una squadra che può permettersi di approcciare le partite in questo modo. Certo, i rossoblù devono stare attenti a non scoprirsi troppo e curare con grande meticolosità la fase difensiva, ma hanno ampiamente dimostrato di poter aggredire gli avversari col pressing alto, risultando così più pericolosi. Quindi ben vengano questa mentalità e questo atteggiamento.”

Lei è stato un difensore molto affidabile. A suo avviso per ottenere la permanenza in serie A è più auspicabile puntare sulla marcatura a zona - che Ranieri ha proposto praticamente sempre in questa sua seconda avventura cagliaritana - o sul sistema a uomo, che garantisce maggior contatto diretto con l’avversario e che dà a ciascun difensore un punto di riferimento chiaro e univoco?

“Io personalmente sono per la marcatura a uomo. Però dipende, perché non tutti i difensori sanno marcare a uomo. Anzi, di questi tempi sono sempre meno i centrali e i terzini capaci di interpretare al meglio questo tipo di marcatura. Per cui, applicandola, si rischia di fare più danni che altro. Ripeto, dipende soprattutto dagli uomini che si hanno a disposizione.”

Marcare a zona è dunque più semplice, a livello concettuale, che marcare a uomo?

“È più semplice nel senso che a zona eviti l’uno contro uno, situazione in cui molti attaccanti - a seconda delle loro abilità - riescono a metterti in grande difficoltà. Nella marcatura a zona contano soprattutto l’attenzione e la concentrazione, perché con questo sistema si va comunque a marcare l’uomo che entra nella propria zona. Quindi non si può rimanere fermi e passivi.”

Fabiano, domenica prossima il Cagliari andrà a Empoli a disputare quello che può essere considerato, a tutti gli effetti, come il primo di vari spareggi-salvezza che attendono i rossoblù. Come vanno affrontati i toscani, che da quando è arrivato Davide Nicola hanno iniziato letteralmente a volare?

“Andranno affrontati esattamente allo stesso modo in cui il Cagliari ha affrontato il Napoli. La filosofia e la mentalità dovranno essere le stesse. Bisognerà scendere in campo con la dovuta attenzione ma anche con coraggio e con spirito propositivo, altrimenti i tre punti resteranno sempre una chimera.”


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