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ESCLUSIVA TC - DINO FAVA: "Il Cagliari, per l'organico di cui disponeva, avrebbe potuto fare meglio e salvarsi molto prima. Nel girone di ritorno Ranieri ha capito che la tattica prudente non pagava. Nicola farà bene: pretende tanto dai giocatori"

di Matteo Bordiga

Era un attaccante dotato di un notevole fiuto del gol, e sapeva segnare sia di destro che di sinistro. Abile finalizzatore da area di rigore, Dino Fava ha toccato l’apice della sua carriera con la maglia dell’Udinese: nella stagione 2003-2004 riuscì ad andare in doppia cifra nell’ultracompetitiva serie A dell’epoca.

Il bomber di Formia, in realtà, non ha ancora appeso le scarpette al chiodo: corre, sgomita, segna e fa sempre la differenza, infatti, nelle categorie dilettantistiche.

Dino, ha seguito la convulsa lotta per la salvezza che alla fine, in serie A, ha decretato la retrocessione di Frosinone, Sassuolo e Salernitana?

“Una battaglia appassionante. A un certo punto si è ritrovata coinvolta perfino l’Udinese, che non avrei mai immaginato potesse annaspare nei bassifondi della classifica. Mi è sinceramente dispiaciuto per il Frosinone: ero convinto che si salvasse, ma una serie di congiunture negative ne ha sancito la discesa in serie B. Sono contento invece per il Cagliari, che ce l’ha fatta anche quest’anno: un altro miracolo tinto di rossoblù.”

Lei ritiene davvero che si sia trattato di un miracolo? O la squadra era attrezzata, potenzialmente, per raggiungere anche una salvezza più tranquilla?

“Attenzione, voglio precisare: per la piega che aveva preso la stagione e per come si erano messe le cose a un certo punto, il Cagliari ha compiuto un miracolo. Se però andiamo a esaminare da vicino la rosa dei sardi, secondo me Nandez e compagni potevano fare sicuramente meglio. E, magari, centrare l’obiettivo molto prima della penultima giornata.”

Nel girone di ritorno il Cagliari ha ingranato quando ha provato a esprimere un calcio più propositivo, senza puntare esclusivamente sulla difesa a oltranza e sulle ripartenze. Con le prestazioni più brillanti sono arrivati anche i punti. Domanda: ma non sarebbe stato auspicabile adottare questo atteggiamento anche nel girone d’andata, trovando il coraggio di “osare” soprattutto in certe partite? Di fatto, l’approccio attendista e conservativo ha fruttato per lo più valanghe di gol incassati e sconfitte su sconfitte…

“Il suo ragionamento non fa una grinza. Sono pienamente d’accordo. Più che altro bisognerebbe cercare di capire perché i rossoblù non hanno sposato prima questa filosofia di gioco. Probabilmente Ranieri pensava di riuscire a racimolare punti schierando una squadra molto abbottonata e buttando palle lunghe in avanti. Quando ha capito che non era quella la strategia migliore ha cambiato approccio e, fortunatamente, si sono visti i risultati. Purtroppo da noi in Italia è ancora radicata la mentalità conservativa del ‘primo non prenderle’, che tuttavia negli ultimi anni - ed era ora, mi viene da dire - sta cedendo il passo ad altri e più intraprendenti stili di gioco. Non credo infatti che la tattica attendista, o il ‘catenaccio all’italiana’, sia la soluzione migliore per conseguire i risultati sperati.”

Dino, il prossimo allenatore rossoblù sarà – ormai è quasi ufficiale – Davide Nicola. Cosa potrà dare il tecnico piemontese a una piazza che, in occasione dell’ultima gara interna contro la Fiorentina, ha dichiaratamente chiesto alla società di ambire a qualcosa in più di una salvezza risicata?

“Mi perdoni la battuta: ambire a qualcosa in meno, del resto, significherebbe retrocedere, no? Questo per dire che vedere una squadra come il Cagliari lottare strenuamente tutti gli anni per mantenere la categoria – ed evitare la retrocessione solo all’ultima o penultima giornata – è veramente brutto. La compagine rossoblù, a livello personale, mi è sempre stata molto simpatica: mi auguro dunque che il prossimo anno possa fare uno step in avanti. Nicola, del resto, non è uno di quegli allenatori che si accontentano. Anzi, è un tipo tosto, uno che pretende tanto dai suoi ragazzi. Proprio per questo motivo, a mio parere ha tutte le carte in regola per fare un ottimo lavoro sulla panchina del Cagliari.”


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