ESCLUSIVA TC - DELIO ROSSI: "Un grande plauso alla società sarda, che ha tenuto in sella Ranieri nel momento di maggiore difficoltà. In estate, in caso di salvezza, interverrei sulla difesa e a centrocampo. Nandez non ha mai fatto la differenza"
Delio Rossi, tecnico di pluridecennale esperienza di stampo “zemaniano”, ancora oggi ricordato con affetto dai tifosi di tante delle squadre che ha allenato – dalla Salernitana alla Lazio, dal Foggia al Palermo – elogia il Cagliari per il girone di ritorno a tutta birra che sta conducendo la formazione isolana verso posizioni più tranquille e rassicuranti di classifica.
Delio, l’ultima giornata di campionato ha ulteriormente ridisegnato gli equilibri della zona salvezza. Si va verso un rush finale a dir poco mozzafiato.
“Sarà una lotta all’ultimo quartiere, fermo restando che la Salernitana – mio malgrado – l’anno prossimo dovrà ripartire dalla serie B. Tutte le altre hanno ancora la possibilità di salvarsi: se ce la faranno sarà per uno, massimo due punti.”
Il Cagliari ha sfoderato una prestazione maiuscola a San Siro contro l’Inter, nonostante una formazione di partenza che pareva piuttosto prudente e abbottonata. I rossoblù hanno ribattuto colpo su colpo e “rischiato” seriamente di vincere. Forse Ranieri, dopo aver trovato la quadra tattica, è anche finalmente riuscito a entrare nella testa di questi calciatori, convincendoli delle loro reali potenzialità?
“Per prima cosa devo fare un grande plauso ai sardi, perché solo due mesi fa – vedendoli giocare – mi ero fatto l’idea che anche loro avrebbero dovuto lottare fino alla fine. Invece si stanno tirando fuori dalla grande ammucchiata. Per il resto, da questo momento in avanti sarà fondamentale la condizione fisica del gruppo. E che non si facciano male i giocatori più importanti: le cosiddette ‘piccole’ hanno in rosa tre-quattro elementi di caratura superiore, a differenza delle grandi squadre che naturalmente hanno molte più frecce al proprio arco.
Una nota di merito va anche alla società rossoblù, che ha tenuto la barra dritta e confermato la fiducia al tecnico anche nei momenti di maggiore difficoltà. Quando arrivavano le sconfitte in serie probabilmente l’allenatore, se non si fosse chiamato Ranieri, sarebbe stato esonerato. Invece Giulini è stato lungimirante: essere riconfermati quando le cose non vanno bene dà grande forza e autorevolezza al tecnico anche agli occhi dei giocatori, che spesso fanno in fretta a scaricare sul mister le responsabilità di una stagione deludente o a trovare alibi di qualunque tipo. D’altra parte, su Ranieri non avevo dubbi: è un uomo di buon senso e, a differenza di tanti altri colleghi, ha dimostrato di sapersi districare nelle situazioni più varie e disparate: dalla lotta per il titolo nazionale alla bagarre per evitare la retrocessione.
Oltre alla condizione fisica, nel prossimo mese saranno determinanti anche gli scontri diretti. Comunque la rinascita del Cagliari non mi sorprende, anche se la posizione attuale della squadra rispecchia – a mio avviso – le sue effettive potenzialità. I rossoblù tecnicamente non valgono più delle dirette concorrenti: sta facendo un lavoro davvero egregio e apprezzabile mister Ranieri, che sta conducendo la nave in porto.”
A tal proposito, le richiedo un parere da allenatore: visto dall’esterno, in cosa può migliorare questo Cagliari? Quali interventi, in caso di salvezza, andrebbero fatti nel mercato estivo per rinforzare l’organico?
“Personalmente non apprezzo molto i difensori lenti. E mi sembra che i centrali rossoblù, per quanto tecnicamente validi, non siano velocissimi: avere dei difensori con queste caratteristiche significa che devi giocare quasi sempre a ridosso della tua area di rigore, il che fa aumentare il rischio di subire gol. Per questo motivo interverrei sul pacchetto arretrato. Inoltre credo che ci sia da rivedere qualcosina a centrocampo: Prati è un ottimo prospetto, ma in generale manca un po’ di qualità nell’impostazione della manovra e nella costruzione del gioco. Per carità, l’arrivo di Gaetano ha senz’altro migliorato i collegamenti tra centrocampo e attacco, ma per contro diversi giocatori molto reclamizzati – e provenienti da nazioni di grande blasone e tradizione calcistica – non mi pare proprio che quest’anno abbiano fatto la differenza. Anzi…”
A chi si riferisce in particolare?
“Beh, Nandez ad esempio mi sembra un calciatore molto ma molto normale. E tatticamente non ha una collocazione ben precisa: forse è un centrocampista in un centrocampo a tre? In ogni caso stiamo parlando di un elemento che dovrebbe fare la differenza mentre, a ben vedere, che ci sia o non ci sia non cambia tanto.”