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L'insana "arte" italiana nel trovare un capro espiatorio per i propri fallimenti: povero Joao!

di Vittorio Arba

Negli ultimi giorni, complice la "scandalosa" (sportivamente parlando) eliminazione mondiale dell'Italia, che per la seconda volta di fila, guarderà la competizione sul divano di casa, si è assistito ad una delle più classiche attività da parte dell'italiano medio, tifoso o addetto ai lavori che sia: trovare per forza un capro espiatorio. Stavolta, l'amara sorte è toccata a Joao Pedro, "colpevole" di essere oriundo e di essere stato convocato per la prima volta in azzurro, proprio nel giorno della pagina più nera del calcio italiano, a livello di Nazionale. Come se non bastasse, nella giornata di oggi, si è assistito all'ennesimo sciacallaggio mediatico, con Joao Pedro "colpevole" di aver indossato la maglia numero 10 della Nazionale, appartenuta in passato a grandi del nostro calcio come Baggio, Totti, Del Piero e via dicendo. In molti, con la vista annebbiata dalla "vergogna" (sportivamente parlando) di Palermo, hanno attaccato il giocatore sui social, dimenticando un grosso particolare: quella di oggi è la partita più inutile della storia della Nazionale italiana. Si può discutere o meno sul fatto che Joao Pedro possa essere meritevole di Nazionale o meno, ma continuare ad attaccarlo per essersi trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato, è irrispettoso soprattutto verso l'uomo. Uomo che ha sempre mostrato gratitudine verso la Sardegna e l'Italia, che hanno reso possibile il suo sogno, per quanto questo sia diventato brevissimo e si sia trasformato, a questo punto, in un "incubo". 


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