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Papu Gomez: "Squalificato per una sciocchezza, a 37 anni sono al top. Napoli, sogno mancato"

di Martina Musu

L’amore tra Napoli e gli argentini è storico, rafforzato dall’arrivo del più grande di tutti, Diego Armando Maradona. Due culture vicine, con molti punti in comune. Chi non ha mai giocato nel Napoli ma avrebbe voluto è certamente Alejandro "Papu" Gomez. Nell’intervista rilasciata a Sportweek, il centravanti argentino ha ricordato la possibilità sfumata di vestire la maglia azzurra: "Una squadra in cui mi sarebbe piaciuto giocare? Il Napoli. Per la passione, il sentimento dei napoletani. E poi per Diego, sono cresciuto con le sue giocate in azzurro".

Squalifica

"Mi sono fatto aiutare da uno psicologo. Avevo troppo tempo libero, non ero abituato. Prima c’era la routine: allenamenti, partite, ritiri. E poi, da un giorno all’altro, mi sono ritrovato ad avere 35 anni, portare i bimbi a scuola e non sapere cosa fare. Ero arrivato a casa tardi dopo la partita. Durante la notte mi è venuto un attacco di tosse - racconta -, a quel punto ho preso lo sciroppo di mio figlio. L’ho fatto in buona fede, senza pensarci più"

La scelta di Padova
Perché Padova? "Per rinascere. È una scelta di vita, non mi interessavano i soldi. Al direttore Mirabelli ho detto: ‘Guarda, io voglio solo giocare e sentirmi importante’. Non sono qui per fare passeggiate".
Avevi avuto altre offerte? "Dall’Arabia e dall’Argentina, ma io volevo giocare a un certo livello. Dalla Serie A invece nulla".

Il mio erede
"Il mio erede? Forse Dominguez del Bologna, un bell’esterno. Ma ormai ce ne sono pochi così, li cercano tutti grossi, fisici. Il calcio sta cambiando".


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