Tiziano De Patre, il guerriero abruzzese alla corte di Ventura

Tiziano De Patre, il guerriero abruzzese alla corte di Ventura
sabato 3 ottobre 2009, 10:00Che fine hanno fatto?
di Massimiliano Cherchi

Lo chiamavano “Il guerriero”. Tiziano De Patre, natio nella ridente provincia abruzzese di Notresco, merita certamente un posto di rilievo nei cuori dei tifosi rossoblu. Protagonista del ritorno in serie A nel Cagliari targato Ventura nella stagione 1997/98, esordisce calcisticamente nel Giulianova nel 1984, dove rimane per tre stagioni. La terza stagione è quella che gli permette di fare il doppio salto dalla C2 alle serie B col Messina. Approda la stagione successiva all’Atalanta, dove riesce a mettere insieme le prime dieci presenze e la prima rete nella massima serie. La società bergamasca lo manda quindi a farsi le ossa in serie B tra le file del Monza. Dopo il rientro alla base non riesce a trovare spazio e viene ceduto al Venezia, in Serie B. Coi lagunari mette insieme trentatré presenze e un gol in due stagioni. Successivamente passa alla Sambenedettese, in C1, dove trova finalmente continuità e maturità. Dopo un intermezzo al Pescara, passa al Lecce nella stagione 1995/96 dove incontrerà il tecnico che ha creduto maggiormente in lui, Giampiero Ventura. In due stagioni il Lecce riesce ad arrivare dalla C1 alla serie A ma quando il tecnico ligure risponde alla chiamata di Cellino, De Patre lo segue ciecamente rinunciando alla serie A, conquistata da protagonista.



Il trasferimento di Ventura e De Patre in rossoblu coinvolgerà anche i giallorossi Zanoncelli, Cavezzi, Macellari e Centurioni che approdano in Sardegna a restituire nuove energie alla rosa rossoblu appena retrocessa dopo lo sfortunato spareggio col Piacenza del San Paolo. I fedelissimi di Ventura si integrano alla perfezione e De Patre diventa presto l’anima del centrocampo, dove spiccavano già i nomi di Fabian O’Neill, Daniele Berretta, Marco Sanna e Gaetano Vasari. La promozione arriverà puntuale a fine stagione, dopo una cavalcata memorabile. Il Guerriero abruzzese stabilì inoltre durante quella stagione il record di marcature personali, ben sette in trentadue presenze. L’anno successivo il Cagliari riesce a salvarsi, mantenendo fondamentalmente l’ossatura della squadra rimpolpata dagli acquisti di Mboma, Kallon e gli uruguagi Abeijon e capitan Lopez. Impossibile dimenticare inoltre la vittoria sul Milan per uno a zero, siglata proprio da una rete di De Patre, da vero rapinatore d’area. Concluderà la stagione con ventisei gettoni e cinque reti. L’annata successiva non sarà altrettanto esaltante e i rossoblu precipitano nuovamente nel limbo della Serie B.

Nell’ottobre del duemila, De Patre viene ceduto al Pescara, dove gioca per due stagioni. Segue poi l’esperienza col Pescara, dove si trattiene ancora per due campionati, e chiude infine la sua carriera dove era iniziata, tra le file del Giulianova, in C1. Dismessa la divisa da calciatore, decide di rimanere ai bordi del campo nelle vesti di allenatore. Dopo una prima esperienza lunga tre anni con le giovanili del Giulianova, accetta l’incarico come allenatore degli allievi regionali del Parma. Subentra poi ad Andrea Manzo sulla panchina della primavera dei ducali dove esercita tuttora dal maggio 2008.